LA CALCOLOSI DA URATI

La calcolosi da urati è conseguente ad iperuricosuria (elevata concentrazione di acido urico nelle urine). Nella specie canina, questo tipo di calcolosi è ben nota nel Dalmata maschio che presenta una mutazione genetica trasmissibile (autosomica recessiva) per la quale è disponibile il test genetico. La stessa mutazione genetica del Dalmata è stata identificata in numerose altre razze, anche se con prevalenza nettamente inferiore. Alcune delle razze in cui il difetto genetico è stato identificato sono: Bulldog, Labrador, Terrier Nero Russo, American Pitbull Terrier, American Staffordshire Terrier, Pastore Australiano, Pastore Tedesco, Schnauzer Gigante, Lagotto Romagnolo, Vizsla e Weimaraner.

Un paziente affetto da difetto genetico che determini iperuricosuria rischia di formare calcoli di urati a livello vescicale e a volte a livello delle pelvi renali. Per questo motivo, deve essere trattato per ridurre la concentrazione di urati ed ottenere la diluizione delle urine e la loro alcalinizzazione. Sarà inoltre necessario sottoporre a controlli periodici il paziente, per poter rimuovere eventuali calcoli con tecniche mininvasive, quando questo sia possibile.

SCHEMA DI GESTIONE DELLA CALCOLOSI DA URATI NEL CANE

Esami Esami ematologici (oltre alla valutazione della funzionalità renale, considerare anche la necessità di escludere la presenza di shunt porto-sistemico tramite la determinazione degli acidi biliari urinari, che può essere una causa di calcoli di urati).

Esame urine completo con valutazione del sedimento urinario.

Effettuare esame radiologico ed ecografico addominale.

Dieta Somministrare una dieta alcalinizzante, con ridotto tenore proteico e proteine di elevato valore biologico (è necessario ridurre l’apporto di purine). Evitare carni quali fegato e reni. 

Uova e proteine quali caseina, possono rappresentare un’ottima fonte proteica a ridotto quantitativo di purine.

Peso Specifico urine Le urine devono essere diluite, fino a raggiungere un peso specifico pari o inferiore a 1020. Se il paziente ha urine eccessivamente concentrate ed assume alimento secco, ricorrere a dieta umida ed eventualmente aggiungere ulteriore acqua.

Effettuare esame urine dopo un mese di terapia.

pH urine Le urine devono avere un pH superiore a 6.6; è auspicabile mantenere il pH attorno alla neutralità.

Effettuare esame urine dopo un mese di terapia.

Citrato di Potassio Se la dieta non riesce a determinarne la alcalinizzazione e le urine hanno un pH costantemente inferiore a 6.5, considerare la somministrazione di Citrato di Potassio al dosaggio di 75 mg/kg ogni 12 – 24 ore. Il dosaggio deve essere modificato in base al pH urinario, che deve idealmente essere di 7. 
Allopurinolo Se, nonostante l’introduzione di una dieta appropriata, la riduzione del p.s. urinario e l’alcalinizzazione delle urine persiste cristalluria, è possibile instaurare terapia con Allopurinolo a dosaggio di 5-7 mg/kg al giorno. Dosi superiori possono determinare la comparsa di cristalli e/o calcoli di xantina (in modo particolare se il farmaco viene somministrato in associazione a diete con elevato tenore proteico).

Effettuare esame urine dopo un mese di terapia.

Controlli Il paziente in terapia, con risposta efficace, deve essere monitorato ogni 3-6 mesi effettuando esame urine completo, controllo della funzionalità renale ed esame ecografico addominale (da preferire all’indagine radiografica, essendo i piccoli calcoli di urati radiotrasparenti).

 

Testo a cura di: 

Andrea Zatelli DVM

Paola D’Ippolito DVM MSc

(consulenti scientifici per ACV Triggiano)

 

Testo a cura di: 

Andrea Zatelli e Paola D’Ippolito

(consulenti scientifici per ACV Triggiano)

 

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